After Earth, ma solo al 50%

After-Earth-PosterAvreste mai creduto che un film di Will Smith potesse deludere le aspettative? Io per primo avrei deriso chiunque si fosse azzardato a dir male del film. Poi, sono andato a vederlo, e in tutta sincerità vi dico, se avete del tempo libero e volete andare a vedere un buon film, NON andate a vedere After Earth.

Lungi da me il voler criticare il livello della recitazione o delle interpretazioni, non oserei mai. Quello che però posso dire è che il trailer ci aveva preparato a ben altro: atterraggio di fortuna su un pianeta Terra abbandonato da anni, selvaggio, dove “Ogni cosa si è evoluta per uccidere l’uomo”.

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Il film ci catapulta da subito sul nuovo pianeta Nova Prime con una lotta (quella contro gli alieni) ancora attuale, che vede gli umani fronteggiare gli URSA, esseri senza occhi che individuano gli umani solo sentendo l’odore che emettono quando rilasciano i feromoni legati alla paura. Tra tutti gli umani, Will Smith (Cypher Raige) ha la capacità di “spettrare“, non ha paura, quindi gli URSA non possono vederlo. Questo renderà Cypher l’arma in più dell’uomo contro gli alieni.

Spinto dalla moglie ad instaurare un rapporto Padre/Figlio con il suo secondogenito, Kitai (Jaden Smith), decide di portarlo con se in una spedizione che si concluderà con l’atterraggio di fortuna sulla Terra.

Qui inizia il brutto. Cypher Raige con entrambe le gambe rotte, guiderà il figlio dalla navicella, lungo un’ampio tratto del pianeta, per recuperare un segnalatore (rimasto nella coda della nave, persa nello schianto) che servirà ad indicare la loro posizione alle altre navicelle.

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Tralasciando il fatto che, prima di precipitare sulla Terra, la trama si dipana lenta e a tratti noiosa (con tanto di sbadigli in sala), quando si dovrebbe arrivare al clou, a quella terra selvaggia, cosa abbiamo? Un branco di babbuini incazzosi, un paio di linci spelacchiate ed uno strano ma affettuoso volatile. Unico scontro degno di nota è quello contro l’URSA (trasportato sulla stessa nave dei protagonisti, doveva servire per testare i soldati ed insegnargli a “spettrare“) che vedrà Kitai vincere le sue paure e riuscire anche lui, come il padre, ad assumere sembianze spettrali, scomparendo di fatto dal campo “visivo” dell’alieno, abbattendolo.

La carica emozionale, nel rapporto padre-figlio si sente, e anche tanto. Ciò che manca è quella scintilla, quel pizzico di azione in più che avrebbe reso il tutto molto più piacevole ed eccitante. Anche il ruolo un po’ da comprimario  di Will Smith non aiuta, sembra quasi rappresentare un passaggio di testimone da lui al figlio Jaden; non ve ne è certezza, ma con un Will più coinvolto nell’azione forse adesso staremmo qui a tessere lodi per questo film, che a mio parere ci ha delusi.

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Il pericolo è reale, la paura è una scelta.”

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